qui il documento integrale

Le donne delle Associazioni le Donne resistenti,  Snoq , Donne che guardano al futuro, del Coordinamento Donne CISL del FVG, di  Confartigianato FVG, Donne e impresa alla lettura della Legge di riforma sanitaria n.17/2014, approvata dal Consiglio regionale in questi mesi si sono attivate per sollecitare i  responsabili della politica regionale a inserire nei protocolli attuativi alcune proposte elaborate.  Le donne si sono sentite in dovere di farlo in quanto sono le prime ad essere impegnate nella cura e nell’assistenza dei propri familiari, bambini, anziani, disabili, ammalati acuti e cronici. Questa legge riduce ulteriormente i posti letto e i tempi di degenza negli ospedali, prevedendo l’avvio di servizi territoriali centrati sui medici di famiglia. Con quali garanzie, con quali strumentazioni e  aggiornamenti professionali? E’ fondamentale che le politiche di deospedalizzazione e assistenza domiciliare, qualificanti questa nuova legge, non comportino, per le famiglie e le donne, ulteriori aggravi economici e assistenziali, accrescendo le diseguaglianze sociali che la crisi economica ha già aggravato. La Legge inoltre non tiene conto  dell’approccio di genere  nelle politiche di promozione della salute e di programmazione organizzativa del servizio sanitario regionale. E’ ormai diffusamente saputo e riconosciuto da Conferenze internazionali dell’OMS, da risoluzioni della UE e da politiche attuate in diverse regioni italiane che il genere influisce sulle differenze fra uomini e donne nell’esposizione ai fattori di rischio, nell’incidenza, nella prevalenza e nella storia naturale delle malattie, nel trattamento e nelle risposte ai farmaci. Bisogna studiare, riconoscere e trattare separatamente, per prevenire e curare, le specifiche problematiche relative alla salute  degli uomini e delle donne, che oggi sono ulteriormente penalizzate per il peggiorare delle condizioni di lavoro e degli stili di vita. Abbiamo avanzato dieci proposte affinché si tenga conto dei problemi specifici indicati dalle donne. Chiediamo di definire risorse, criteri e modalità operative dell’assistenza domiciliare; di riconoscere la prospettiva di genere e la medicina di genere;  di potenziare e diffondere sui territori i Consultori, la cui inadeguatezza è ampiamente testimoniata dai dati elaborati in Regione;  di educare i giovani e le giovani a un rapporto corretto e informato con il proprio corpo e la propria salute; di promuovere tutte le azioni previste dal Piano d’azione straordinario contro la violenza di genere promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a partire dall’istituzione presso tutti i reparti di Pronto soccorso ospedaliero di uno “sportello rosa” e del “codice rosa” per facilitare il riconoscimento delle storie di violenza sulle donne e sui minori, sulla violenza assistita, con l’attivazione dei percorsi di sostegno conseguenti. Abbiamo lavorato insieme per produrre questo documento che è stato intanto approvato dalla Commissione regionale PPOO, è sottoposto all’attenzione della Commissione regionale III, dell’ Assessorato alla Sanità e alle politiche sociali, dei consiglieri e delle consigliere regionali. L’obiettivo è incidere nella fase di predisposizione degli strumenti attuativi della legge. Abbiamo collaborato per intraprendere nella nostra regione un percorso virtuoso, rispettoso dei costi,  avanzato nelle prospettive per garantire a tutti e tutte un servizio sanitario regionale rispettoso della dignità e della vita delle persone.

Paola Schiratti

Vice presidente Commissione regionale PPOO

Presidente Associazione le Donne resistenti