Il Coordinamento regionale Donne IDV del Friuli Venezia Giulia, Dipartimento scuola ha elaborato una proposta organica da sottoporre all’assessore regionale in risposta al suo progetto di dimensionamento scolastico. E’ fondamentale, per colmare le criticità provocate dai tagli del ministro Gelmini, che la Regione Friuli Venezia Giulia intervenga con un piano organico per garantire la qualità della scuola, l’insegnamento di una seconda lingua straniera, un adeguato insegnamento professionale, il tempo scuola di 30/40 ore e i servizi di mensa alle elementari e medie. Il mantenimento dei plessi nei quartieri e nelle frazioni cittadini, e delle scuole dei comuni montani deve essere pianificato tenendo conto delle necessità delle famiglie e delle esigenze culturali e sociali.

Scuola primaria e secondaria di primo grado

Il coordinamento regionale donne di IDV, dipartimento scuola, ha elaborato un documento con proposte all’Assessorato regionale all’Istruzione sulla scuola primaria e secondaria di primo grado, in risposta agli indirizzi comunicati dall’Assessore Molinaro

PREMESSA:
L’IDV DEL FRIULI VENEZIA GIULIA ritiene che sia necessario prevedere una legge regionale sulla scuolacostruita sulla base della autonomia della regione FVG e dell’attuazione del titolo V della Costituzione finalizzata alla organizzazione e al miglioramento dell’offerta formativa

PROPOSTE SPECIFICHE
Tempo scuola
E’ previsto che il tempo prolungato fino a 30 ore e il tempo pieno si realizzino dove e esistono servizi e ci siano insegnanti a disposizione
E’ necessario che la Regione garantisca:

  • i servizi (es:la mensa) e le strutture necessarie
  • gli insegnanti per soddisfare in ogni plesso le richieste dei genitori di un tempo scuola di 30 o 40 ore.

Scuole di montagna
E’ previsto un numero minimo per plesso di 20 alunni per scuola dell’infanzia, 30 per la scuola primaria e 36 per la scuola secondaria di primo grado

E’ necessario che la Regione garantisca:
la salvaguardia delle scuole di vallata, per lo sviluppo futuro nei comuni montani, pertanto

  1. nelle zone a rischio di dispersione, con presenza di allievi appartenenti a minoranze linguistiche, ci possano essere plessi con un numero di alunni inferiore a quanto previsto
  2. venga mantenuto almeno un tipo di scuola in ogni comune montano
  3. si considerino le caratteristiche della viabilità, economiche e socio-culturali, si consultino la popolazione e le istituzioni del territorio.
  4. sia garantita una continuità didattica pluriennale dei docenti nelle classi con la previsione di adeguati incentivi (compensi, progressione di carriera, punteggi)

Comuni, con più di 10.000 abitanti
E’ previsto che i plessi siano almeno di 20 classi
E’ necessario che la Regione valuti i dati relativi alla capienza dei singoli plessi, spesso realizzati per il quartiere o la frazione e adatti a essere raggiunti a piedi dagli allievi.

sono necessarie pertanto:

  1. una attenta rilevazione delle disponibilità di aule presenti nei plessi e le reali capienze, anche con attenzione alla sicurezza;
  2. la considerazione degli investimenti, anche cospicui appena effettuati dagli enti locali sulle strutture scolastiche;
  3. i costi degli spostamenti degli allievi, in ambito cittadino, con mezzi pubblici a carico del comune.

Scuola secondaria di secondo grado

Il coordinamento regionale donne di IDV, dipartimento scuola, ha elaborato un documento con proposte all’Assessorato regionale all’Istruzione sulla scuola secondaria di secondo grado, in risposta agli indirizzi comunicati dall’Assessore Molinaro.

PREMESSA:
L’IDV DEL FRIULI VENEZIA GIULIA ritiene che sia necessario prevedere una legge regionale sulla scuola costruita sulla base della autonomia della regione FVG e dell’attuazione del titolo V della Costituzione. finalizzata alla organizzazione e al miglioramento dell’offerta formativa

PROPOSTE SPECIFICHE
A seguito dell’accordo tra Stato e Regioni (dicembre 2010) dal prossimo anno scolastico saranno di competenza statale i Licei,gli istituti tecnici e gli istituti professionali quinquennali, saranno di competenza regionale le qualifiche e i diplomi dell’istruzione e formazione professionale .

E’ importante che la Regione:

  • eviti duplicazioni inutili di Istituti (ad es.3 commerciali a Udine) e offerte deboli, dal momento che i fondi sono sempre di meno.
  • pianifichi l’offerta in modo realmente serio, considerando le esigenze del territorio, le possibilità occupazionali future dei giovani con l’orientamento degli studenti e le scelte delle famiglie.
  • accrediti la scuola pubblica per l’accesso diretto ai fondi europei
  • Sostenga le scuole periferiche anche con un piano trasporti e servizi di qualità sul territorio ed un sostegno economico maggiore alle scuole di periferia con accordi territoriali tra i diversi poli scolastici limitrofi.

nell’immediato si chiede alla Regione:

  • di valorizzazione lo studio di una seconda lingua comunitaria La Regione si impegni a Regione Friuli Venezia Giulia deve offrire ai suoi cittadini un ampliamento dell’offerta linguistica in quegli indirizzi di studio che non comprendono nel proprio piano una seconda lingua comunitaria garantire agli studenti la possibilità di scegliere, in opzione supplementare, una seconda lingua, il cui insegnamento sia impartito dal primo grado fino almeno al secondo biennio della scuola superiore.
    In provincia di Trieste inoltre, l’offerta linguistica va ampliata con l’opzione della lingua slovena, anche in un’ottica di reciprocità: in tutte le scuole slovene del litorale, l’italiano è una lingua obbligatoria dalla prima elementare.
  • di chiarire il proprio progetto relativamente alla isruzione e formazione professionaleSi prende atto della scelta della regione rispetto alla scelta della modalità B di sussidiarietà complementare, pur ritenendo più idonea all’ integrazione tra i due sistemi la modalità A dell’accordo tra stato e regioni che prevede un regime di sussidiarietà integrativa, in cui i corsi di qualifica sono attivati presso gli istituti professionali statali e integrati con il concorso con gli enti privati di formazione ove questo risulti necessario.
    E’ necessario che si rendano note: le misure di accompagnamento a un passaggio che rappresenta un cambiamento radicale nel nostro sistema scolastico; il progetto di lungo periodo relativamente alla istruzione e alla formazione professionale i termini in cui si intende valorizzare la esperienza e la professionalità degli IPS. Si sottolinea inoltre un problema non da poco, quello delle risorse professionali e finanziarie che differenzia enormemente le opportunità offerte agli Enti Accreditati e gli IPS favorendo Gli Enti Privati accreditati a fronte della scuola Pubblica.

Documento elaborato da Paola Schiratti e Tiziana Bortoluzzi

Hanno collaborato Nadia Imbriani, Maria Grazia Allievi, Sylviane Beltrame, Petra Segina