Giudizio interno alla Electrolux “Non va bene, il piano di Unindustria. Poca autocritica, indicazioni generiche su come fare, perché cosa fare lo sappiamo tutti, nessun accenno a risparmio energetico o energie alternative, nessun obbligo per le aziende assistite (ad esempio re-investire gli utili in percentuale minima) ecc. In compenso come ridurre gli stipendi è spiegato per filo e per segno. Ma …se uno dei problemi è la domanda …interna, che senso ha tagliare le paghe degli operai peggio pagati dell’Europa occidentale? Addirittura commoventi le decine di pagine su outplacement, obbligo di accettare altri lavori anche se pagati meno, ecc. Prima forse bisogna spiegate come e dove si trovano tutti sti lavori alternativi. Non a Pordenone, mi pare.
E a proposito di giovani: non ce ne sono nel gruppo di lavoro capitanato da Agrusti: dove sono i giovani managers “allevati” da Campello, dove i giovani industriali di Cipolletta. Nessuno di questi signori è esente da colpe o responsabilità, proprio per il ruolo che hanno e hanno avuto. Impegnarsi in proprio con un fondo, un finanziamento, una borsa di studio sarebbe stato un segnale importante per dire siamo seri, crediamo a questo laboratorio a questo progetto. Invece chi paga è Cipputi, chi investe è la regione, chi finanzia è lo stato. Ma da un simile consesso di cervelli non si poteva pretendere altro. Non si poteva chiedere loro, ad esempio, di creare un pool di giovani per preparare la proposta per una “nuova” competitività industriale e farsi da parte. No, non si poteva. Un occasione perduta per immaginare soluzioni e futuro diversi. L’ennesima.”