Tra le persone che assolutamente necessitano di sostegno sociale ci sono le donne che hanno subito violenza domestica, un fenomeno dai drammatici risvolti  che richiede interventi specifici per essere prevenuto e contrastato.  Si è constatato che le vittime non sporgono denuncia dopo episodi di maltrattamenti anche pesanti subiti per anni. Ma se dopo la denuncia non si avvia un piano di sostegno  adeguato le denunce non possono essere sottoscritte dalle vittime, che rischiano di trovarsi senza lavoro e senza casa. Spesso le donne che subiscono violenza, specialmente se questa perdura nel tempo,  perdono il lavoro e la propria autonomia economica. Fa parte della strategia degli uomini violenti renderle subalterne economicamente e quindi dipendenti e ricattabili. La stessa convenzione di Istambul prevede che Governi, Regioni, ed Enti locali adottino le misure necessarie per garantire che le vittime abbiano accesso ai servizi destinati a facilitare il loro recupero.  Tra le misure sono espressamente previsti servizi quali consulenze legali e sostegno psicologico, assistenza finanziaria, alloggio, istruzione, formazione e assistenza nella ricerca di un lavoro. Ho presentato alla Presidente della Regione Serracchiani e alla Assessora  al Lavoro Panariti  la proposta di riservare tra i Lavori di pubblica utilità una quota di posti , o di finanziare un progetto esclusivo, per offrire lavoro e formazione alle donne che hanno subito violenza domestica, sporto querela e sono senza lavoro e reddito. Ho proposto inoltre che la Regione provveda a  concordare con le Ater del territorio l’assegnazione di alloggi ad affitti agevolati  a favore delle stesse.  Nel nostro territorio si stanno avviando interventi specifici a sostegno delle donne e dei minori vittime di violenza, è stato sottoscritto presso la Prefettura di Udine un protocollo d’intesa tra  tribunali, magistratura, forze dell’ordine, Ordine degli Avvocati, servizi sanitari e ospedalieri, Orientamento scolastico, Ufficio scolastico provinciale, Comune di Udine per coordinare gli interventi atti a prevenire e contrastare la violenza sulle donne e i minori, sostenere le vittime e punire i colpevoli. La Convenzione di Istambul detta le norme, i Governi, le Regioni e gli Enti locali devono provvedere a stanziare i fondi necessari e fornire il personale e i supporti concreti perché le buone leggi  diventino operative e non rimangano lettera morta, come spesso succede in Italia. Ricordo che la Regione FVG da anni stanzia in tutto 850.000 Euro circa per servizi e strutture regionali a supporto delle donne e dei minori maltrattati, cifra come è evidente insufficiente.