La sistemazione della sede per l’archivio di Stato della Provincia di Udine avrebbe potuto essere risolto, se si fosse voluto, già alcuni anni fa, le spese necessarie erano in parte a carico dello Stato in parte a carico della Provincia di Udine. Il progetto prevedeva la creazione della Cittadella degli archivi nella sede della ex caserma Duodo, in contiguità con l’archivio diocesano e in collaborazione con  l’Università di Udine e i Carabinieri, per creare laboratori per attività di tirocinio e per la formazione archivistica e il deposito delle opere d’arte rubate. Nel gennaio 2004  le chiavi della caserma sono state consegnate alla sovraintendenza alle belle arti per realizzare la sede degli archivi. Ma lo sviluppo di questo progetto venne interrotto dalla Giunta Provinciale di Udine e dal Presidente Strassoldo che decisero di acquisire la Caserma per ampliare la sede provinciale.  Il progetto della cittadella degli archivi venne spostato in via Urbanis, ove l’archivio di stato ha sede attualmente. L’edificio è di proprietà della Provincia, assolutamente insufficiente a contenere i materiali, ben 8 km di documenti sparsi per il Friuli, a rischio dispersione. Venne prevista la costruzione di altri edifici e la ristrutturazione dell’attuale sede, che, sprovvista di strutture idonee alla prevenzione incendi, rischia di essere chiusa al pubblico. Nell’anno del suo insediamento il Presidente Fontanini ha confermato le scelte e gli impegni del suo predecessore. La caserma Duodo resti alla Provincia che provvederà in cambio a costruire gli edifici necessari all’Archivio di Stato per raccogliere e conservare il materiale sparso per il Friuli, 8 chilometri di documentazione, che rischia di essere disperso, la vera memoria storica del Friuli. Ma nel 2011 in una nota Fontanini annuncia che non ci sono i fondi per costruire l’archivio, mentre per la caserma è previsto un sistema di projet finance con un privato per creare parcheggi, negozi, uffici, un nido per i bimbi dei dipendenti provinciali. A questo punto sono stati persi i fondi statali, bocciato il progetto di restauro della caserma Duodo che con la sua massiccia struttura settecentesca ben si prestava per diventare sede di archivi, di laboratori per l’Università, di locali per conferenze e per mostre.  Ora con il patto di stabilità e la crisi delle Province le scelte risultano senza sbocchi per realizzare un progetto necessario e condiviso.

Paola Schiratti

 

  


leggi l’articolo del messaggero veneto dell’8 febbraio