Il 25 aprile appena celebrato ci ispira a ritrovare degli uomini  e delle donne resistenti, il desidero della ricostruzione morale di cui la costituzione è il punto più alto. La democrazia e la partecipazione  sancite dalla Costituzione devono essere dalle donne e dai giovani applicate  perché la democrazia richiede che i partiti   non operino fuori dalla legge  senza rispetto  per la democrazia interna  e senza riscontro esterno sui soldi pubblici  che ricevono.  La democrazia richiede che le iniziative dei cittadini siano vincolanti per il Parlamento perché sono esigenze  e bisogni oggettivi della società.   La democrazia richiede che la legge elettorale non consegni la scelta dei parlamentari ai partiti senza regole anziché alla Nazione  che devono rappresentare e che li deve eleggere. La democrazia ha bisogno di politici che interpretino l’interesse comune e sappiano farsi interpreti  di una visione e del destino del paese.  Uno dei primi problemi riguarda lo sviluppo che è impossibilitato a realizzarsi  a seguito della fuga dei cervelli, infatti questo fenomeno impoverisce le energie intellettuali del paese privandolo proprio di coloro che creano ricchezza per gli altri. Abbiamo già sperimentato gli effetti devastanti di questo fenomeno: la migrazione dal sud al nord degli anni ’70 ha lasciato il meridione depauperato di  classe dirigente giovane. Oggi questo fenomeno si è esteso a tutto il paese: 400.000 sono i laureati italiani all’estero. Proprio a Manzano il distretto in crisi richiede talenti e innovazione.  Un sindaco giovane ingegnere, Mauro Jacumin, ha il polso della situazione e sa cosa fare più di ogni altro candidato in corsa.