La visita ai distretti industriali ZIU e parco scientifico di Udine, Aussa- Corno di Porto Nogaro, Cipaf di Gemona-Osoppo, Cosint della Carnia, a cui la Provincia partecipa con presenze nei Consigli di Amministrazione, è stata una iniziativa importante, abbiamo partecipato a queste visite come consiglieri delle Commissioni Enti e società partecipate e Attività produttive. Dopo aver ascoltato a palazzo Belgrado i dirigenti dei distretti, abbiamo potuto vedere con gli occhi le strutture con i servizi, capire il funzionamento e i rapporti tra singole imprese, distretto e territorio. Queste strutture hanno lo scopo di incentivare e favorire gli insediamenti e lo sviluppo industriale in Provincia, sono impegnate nell’acquisizione dei terreni industriali per renderli disponibili alle imprese, nella realizzazione e gestione di immobili, strutture  e servizi comuni come mense, uffici. Essi progettano, realizzano e gestiscono infrastrutture, come i raccordi ferroviari e viari, impianti di depurazione, reti fognarie. Taluni distretti sono impegnati nella ricerca tecnologica, nel reperimento di energia e di dotazioni avanzate di comunicazione multimediale. E’ stato fondamentale valutare le possibilità di sviluppo futuro, la mission dei distretti, riflettere sul ruolo che l’ente di area vasta deve assumere nei confronti di questi enti a servizio e supporto delle imprese e dello sviluppo economico. Salta subito agli occhi la mancanza di un piano coerente provinciale, ogni distretto agisce e si gestisce a suo modo, interviene in alcuni ambiti e in altri no, immagina un suo sviluppo, invece ritengo necessario e utile, con il supporto di Provincia e Regione,  un piano coordinato di interventi per diffondere le buone prassi, evitare doppioni e sprechi, predisporre un complessivo ed efficiente piano energetico, avendo quantificate le necessità delle aziende e individuate le fonti. I distretti necessitano di tecnologie multimediali e della comunicazione più avanzate, di un piano coordinato dei trasporti tra rotaia, gomma e  nave.  La Provincia manca in questo ed è solo a un anno dalla scadenza del mandato che la Giunta si preoccupa di iniziare questo monitoraggio che avrebbe dovuto essere la prima priorità a maggior ragione  in questi anni di crisi dell’economia reale dell’intera Europa al fine di promuovere politiche di sviluppo. I distretti di più antica fondazione visitati, come Aussa Corno, Cipaf e ZIU sono a cavallo tra i modelli industriali regionali del secondo ‘900 e il futuro, dal passato hanno ereditato vecchie strutture, siti inquinati da antiche industrie già chiuse come le concerie, ma anche produzioni ancora attive, come le industrie siderurgiche, cartarie e chimiche che richiedono notevoli interventi per finanziare sistemi per la tutela dell’ambiente, della salute dei lavoratori e dei cittadini che vivono nelle prossimità delle aree industriali, filtri, reti fognarie e depuratori efficaci.  Il futuro della regione sta senz’altro nelle tecnologie che non distruggono l’ambiente, perché il peso economico delle bonifiche ambientali sia esso a carico delle aziende o delle pubbliche amministrazioni è un costo molto salato che prima o poi deve essere pagato, ammonta a milioni di euro che invece devono essere investiti a monte per l’innovazione e lo sviluppo sostenibile.   Altra criticità di queste aree riguarda le opere costruite a metà e non funzionanti come il molo portuale con gli ormeggi nella zona dell’Aussa Corno al quale non arriva l’acqua, è lì fermo da 8 anni e comincia a degradarsi senza essere ancora mai stato usato, o il problema dei dragaggi in laguna per aumentare il pescaggio di un metro e mezzo, ma smuovere i fanghi inquinati lasciandoli sul posto è sconsigliato dagli esperti, ci si chiede in queste condizioni quale idea di sviluppo futuro stia dietro a queste scelte incerte,  inconcludenti e costose. Al Cosint della Carnia e al Parco tecnologico della ZIU abbiamo visto possibilità di sviluppi futuri come le tecnologie avanzate del monitoraggio del genoma, le tecniche multimediali, la prossimità alle vie di comunicazione come l’autostrada e la ferrovia, l’energia rinnovabile ottenuta dal fotovoltaico, dall’acqua dei torrenti montani e offerta alla aziende al 50% dei costi normali per indurre le imprese a investire qui. Molto ancora va fatto nella ricerca energetica, il territorio offre naturalmente fonti  che devono essere sfruttate al meglio come il sole, la geotermia e le acque, come il vecchio Canale Ledra, basta ispirarsi a ciò che avviene in Nord Europa. Va avviata una politica di sostegno finanziario oltre che strutturale ai giovani che hanno idee innovative che cercano di fare impresa, che trovano altrove condizioni migliori per partire, in Trentino Alto Adige, o in Valle D’Aosta. Ancora servono lo snellimento e la certezza dei tempi degli iter burocratici. Questo dipende dagli enti pubblici del territorio, Regione e Provincia devono trovare le forme e le modalità per correggere gli errori e le manchevolezze del passato.

 

Paola Schiratti

Consigliera provinciale di Udine