«Intitolare il piazzale della stazione ferroviaria alle donne resistenti». La proposta arriva dalla consigliera provinciale dell’Italia dei Valori, Paola Schiratti. Che oltre a essersi attivata con il Comune per chiedere l’intitolazione del piazzale, sta anche raccogliendo testimonianze e materiale dell’epoca per raccontare l’esperienza «di quelle donne che, rischiando di essere scoperte dalle milizie naziste, hanno recuperato gli ultimi messaggi dei deportati italiani diretti ai campi di sterminio e di lavoro nazisti». Dopo la discussione sull’intitolazione del parco di via Bertaldia alle vittime delle foibe, la giunta dovrà vagliare pure questa proposta. «Anche se – precisa la Schiratti – la mia idea era già stata sottoposta all’attenzione del sindaco Furio Honsell diversi mesi fa». Come dire insomma che non nasce come conseguenza delle polemiche sull’intitolazione del parco. Non solo. L’intitolazione sarà un aspetto dell’iniziativa che la Schiratti vuole portare avanti insieme a diverse associazioni del territorio e alle commissioni Pari opportunità di Provincia e Comune. La Schiratti infatti sta lavorando anche per la realizzazione di un video. «Negli anni 1944-45 – ha scritto nella lettera indirizzata al sindaco – nella stazione ferroviaria di Udine si fermavano i convogli dei deportati italiani diretti verso i campi di sterminio e di lavoro nazisti del Nord Europa. I prigionieri facevano cadere dalle fessure dei vagoni ferroviari bigliettini di saluto rivolti ai loro familiari prima di lasciare il Paese, destinati verso terribili luoghi. Le donne friulane si erano promesse di raccogliere tutti quei bigliettini, di non lasciarne nemmeno uno a terra. Anche se minacciate dalle Ss che piantonavano la stazione, sono riuscite nel loro intento, così poi i bigliettini venivano consegnati a un impiegato dell’ufficio postale della stazione che provvedeva a spedirli ai familiari dei deportati, i quali rispondevano a questo signore per ringraziarlo». La Schiratti, con la collaborazione anche dell’Anpi e dell’Aned, ha già raccolto diverse lettere che testimoniano quei fatti. «Possiedo copia di tale corrispondenza – conferma – e ho avuto modo di conoscere e parlare direttamente con una donna resistente che ha raccolto una parte di quei bigliettini. Penso che questo atto di umana pietà e di resistenza civile al nazifascismo meriti di essere ricordato alle generazioni future e l’intitolazione del piazzale sarebbe un primo passo importante in questa direzione».[...]
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