Fioriscono in Provincia progetti di centrali a biomasse di diversa potenza, alcuni sono stati bocciati come l’impianto di Pontebba  di 49 megawatt, altri proseguono iter burocratici ancora in  corso come l’impianto di Pannellia di Sedegliano di  25 megawatt, che per la sua portata non necessita di  analisi di impatto ambientale (VIA). La scelta spetta al sindaco di Sedegliano che ha delegato alla Provincia di Udine  l’ approvazione del progetto. E’ stata convocata la conferenza provinciale dei servizi che all’unanimità ha valutato positivamente la costruzione della centrale con l’assenso dei sindaci, la ditta ha acquisito i terreni necessari. E’ sorto nel frattempo a Sedegliano un comitato di cittadini e cittadine, contrario alla costruzione dell’impianto a biomassa, che sta conducendo una energica battaglia. Ha  coinvolto associazioni, cooperative  dell’area e dell’intera regione. I motivi dell’ avversità riguardano l’inquinamento ambientale causato dalla produzione di fumi, in particolare diossine e furani in quantità elevata;  lo spreco di parte del calore prodotto, senza considerare la possibilità del recupero termico, tecnologia altrove applicata (ad esempio ad Arta Terme); il reperimento del legname necessario all’alimentazione della centrale:  13 camion di legno boschivo vergine da bruciare ogni giorno che transiterebbero per le strade e i paesi, legno che non può che arrivare da molto lontano, il cui stesso viaggio non può che essere fonte di inquinamento.  Perché fioriscono questi progetti? A quali necessità rispondono? Perché in ogni luogo sorgono comitati contrari alla costruzione delle centrali a biomasse che bruciano legno? La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili viene finanziata in Italia  dai certificati verdi che sono un’addizionale sulla bolletta elettrica, dunque per le ditte questi impianti, che non si autosostengono economicamente, risultano redditizi grazie ai contributi statali che ricevono per 20 anni. Bruciare legname non è una soluzione accettabile in grandi impianti, ricordo che sono in sviluppo ricerche anche italiane per produrre energia da fonti davvero rinnovabili che non inquinano come il sole, il moto ondoso dei mari e lo scorrere dei fiumi, il vento, ma  queste ricerche trovano applicazione all’estero, da noi si cercano le scorciatoie, come i mega impianti che bruciano legname che non possediamo, mentre manca una pianificazione energetica a livello nazionale e la Regione non ha approvato il piano energetico regionale con i relativi decreti applicativi. Non sappiamo quanta energia ci serve, quanta ne produciamo, nel vuoto delle scelte politiche interessi contrastanti si scontrano. Oggi a Sedegliano le ansie dei cittadini aumentano perché  un’ altra ditta si è associata al progetto e risulta che non verrà bruciato solo legno vergine, ma scarti  di produzioni agricole, mais e altri materiali e ciò modifica e forse aumenta le emissioni inquinanti.  Ho chiesto assieme alle forze della minoranza in Provincia di convocare per le prime settimane di settembre una riunione della commissione ambiente per chiarire la situazione  e dare risposte alle preoccupazioni dei cittadini.

Paola Schiratti

Consigliera provinciale Idv