E’ stato Antonio Di Pietro a lanciare le scorse settimane con forza il tema dei costi della politica con la proposta di abolire le Province, un tema forte che ha raccolto i consensi della cittadinanza anche in regione. Mi fa molto piacere che il Consigliere del PDL Gerussi  lanci l’appello di un incontro in Provincia aperto a tutte le forze politiche “per ridurre i costi della politica e ridurre i privilegi della casta” a cui anche noi partecipiamo, ma la necessità poi è di realizzare veramente la razionalizzazione degli enti sul territorio e la riduzione dei costi della politica, solo in questo caso la commissione ha senso.  Molto spesso mi sono chiesta che cosa ci stanno a fare le Province visto come funziona quella di Udine. Ho sempre criticato le lentezze della macchina burocratica nel settore del lavoro, dove sono in ritardo di mesi i trasferimenti alle ditte dei fondi regionali destinati ai lavori di pubblica utilità, dove i CPI non riescono a intrecciare domanda e offerta di lavoro, dove la Regione decide di esternalizzare il collocamento per 1 milione e 800.000 euro e allo stesso tempo di assumere nuovi operatori. Nel settore dei lavori pubblici, in particolare la viabilità, i consiglieri non riescono ad essere informati sul controllo della gestione per capire le cause dei fondi fermi per  milioni di euro. In questo settore  intervengono la Regione con FVG Strade e la Provincia. Così come la Provincia non è riuscita a organizzare a sostegno dei  Comuni  uffici specializzati ad esempio per la redazione di progetti comunitari, per gli espropri, per i rapporti con la soprintendenza e, nel campo delle opere pubbliche, a impiegare i suoi tecnici per progettazioni semplici. Questo cattivo funzionamento, questa mancanza di chiarezza tra i ruoli e funzioni della Regione  e quelli della Province nell’area vasta e i servizi ai Comuni creano danni notevoli ai cittadini e fanno salire i costi  della politica. E’ ora di prendere decisioni. Quali devono essere le competenze e le strutture degli enti locali  in un territorio di 1.200.000 abitanti?  Se la regione  amministra allora le province di fatto non servono e vanno abolite. Vogliamo invece una regione leggera con le sole competenze legislative separate dalla gestione ? Allora la gestione dell’area vasta deve essere delegata alla provincia  con il trasferimento delle risorse umane e l’appartato burocratico che deve diventare unico, non doppio come è ora. E’ un nodo politico che non è stato sciolto lasciando agire due apparati che costano, si intersecano e intralciano l’un l’altro. Anche una sola Provincia per tutta la Regione proposta da Fontanini non ha senso se non si affronta la questione fondamentale delle competenze, dei costi e dei ruoli. Questi sono i costi ingenti della politica, a cui si aggiungono le nomine  nei Cda, talvolta con altissimi compensi come abbiamo più  volte denunciato ad es. per la presidenza EXE,  l’eccesso di compensi e benefici che consiglieri regionali e deputati hanno legiferato di concedersi, intollerabili in un momento di crisi economica. I consiglieri regionali per ridurre i costi della politica hanno presentato una proposta di legge che prevede il taglio degli emolumenti dei consiglieri provinciali, comunali e dei sindaci, spero che abbiano il pudore di tagliare i loro emolumenti e i loro privilegi, alcuni veramente intollerabili, mentre soprattutto i compensi dei sindaci viste le loro responsabilità sono appena adeguati.  L’esperienza insegna che sono proprio le crisi  e il malessere che ne consegue a mettere in moto nuove energie e risorse intellettuali volte a trovare risposte e strategie per uscirne. E’ ora necessario fare una sintesi , distinguendo ciò che risulta  superato da ciò che è necessario, raccogliere nuove idee e fare proposte  per un rilancio della politica come azione concreta, efficace e utile alla collettività.

Paola Schiratti