CONSIDERAZIONI POLITICHE SUL CASO RUBY

L’ultima accusa ad investire il premier è di concussione e prostituzione minorile. Per la Procura sul caso ci sarebbero fonti di prova tali da chiamare il premier ad un processo rapido. Intercettazioni, perquisizioni al palazzo di Milano 2, nel quale risedevano le 14 ragazze, e le testimonianze di almeno tre di loro che avrebbero raccontato ai pm come funzionavano le feste di Berlusconi. Le feste erano gestite da Nicole Minetti, affidataria indicata da Berlusconi durante la telefonata alla questura di Milano della minorenne Ruby, e Giuseppe Spinelli (non indagato), uomo di fiducia del premier, al punto da gestirne il “portafogli familiare”.
Quattordici ragazze vestite da infermiere e poliziotte che ballano musica da discoteca su un banco con l’asta da pole dance. Questa è la descrizione sintetica di quanto accadeva nella sala del “bunga bunga” di Berlusconi. Ma potrebbe essere tranquillamente uno sketch degli show televisivi trasmessi in prima serata ormai da molti anni sui canali pubblici e privati.

La Repubblica, nota per le sue persecuzioni nei confronti del Cavaliere, pubblica la testimonianza delle ragazze: “Dopo cena, si scende in quella che tutti chiamano “la sala del bunga bunga”. Le ragazze si travestono, tutte con il seno nudo improvvisano uno striptease (stripper anche la Minetti) e mimano scene di sesso. Devono essere “convincenti”, “spregiudicate”, disinvolte e molto disinibite ché le performance migliori saranno premiare con un invito a restare per la notte. Non è che chi ritorna a casa va via con le mani vuote. Il premier, in un’altra stanza , congeda chi va via”.
Le generalità delle 14 ragazze le fornisce invece il Corriere della Sera con la giornalista Fiorenza Sarzanini. Ci sarebbero: Iris Berardi, 18 anni e origini brasiliane, con alle spalle una partecipazione a Miss Italia, finita con la vittoria del titolo di miss Rocchetta; Eleonora e Imma De Vivo, gemelle “amuleto” napoletane, ex partecipanti all’Isola dei famosi, che presenziavano ai consigli dei ministri organizzati a Napoli nella prima emergenza rifiuti; Barbara Guerra e Ioana Visan, i cui nomi sono già emersi nell’inchiesta Tarantini, il quale dice, già nell’ottobre 2008, della prima di essere una donna dello spettacolo e della seconda di essere una escort; Marysthelle Garcia Polanco, soubrette a Colorado Cafè su Italia1, la stessa trasmissione che ha lanciato la Minetti; Barbara Faggioli, nota per essere una delle vallette dello Show dei record su Canale5 e per aver preso parte a un paio di fiction; Miriam Loddo, della scuderia di Lele Mora, che vanta tra le sue apparizioni televisive quella al programma di Maria De Filippi Uomini e Donne con il ruolo di corteggiatrice; Alessandra Sorcinelli, valletta del real show Uno, due, tre, stalla!; Raissa Skorkina, nel 2005 ragazza immagine al Billionaire di Flavio Briatore, poi reclutata da Mora; Lisa Barizonte, Elisa Toti, Aris Espinoza ed ultima ma non meno importante, Ruby.
Indagati per induzione e favoreggiamento alla prostituzione anche Lele Mora ed Emilio Fede. Su quest’ultimo agli atti anche una telefonata con la parlamentare del Pdl Maria Rosaria Rossi. “Ma tu stai venendo qui?”, chiede la stessa a Emilio Fede. Il direttore del Tg4 risponde che sarà nel luogo dell’appuntamento non prima delle 21-21.15. Poi aggiunge: “Ho anche due amiche mie…”. “Che palle che sei – risponde la Rossi – quindi bunga bunga, 2 di mattina, ti saluto…”.

Subito ci si chiede dove sono i sostenitori del family day? Dove sono tutte le donne del Pdl (la Rossi a parte naturalmente)? Dove sono tutti quegli esponenti di Pdl e Lega che si professano portatori di valori morali e di politiche a sostegno della famiglia? Cosa dice il ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna? Nessuno finora ha professato accuse nei confronti del Presidente, nessuno ha nemmeno sollevato un dubbio sulle accuse della magistratura. E intanto stralci delle intercettazioni sul caso continuano ad invadere gli articoli di giornali e internet. Al contrario invece, a voce unanime, si levano le parole di difesa per la violata privacy di Berlusconi, per la pubblicità mediatica di accusa che viene fatta nei suoi confronti dall’opposizione e dai soliti giudici politicizzati. Parla Lupi ad “Otto e mezzo”, nel quale racconta di aver spiegato ai suoi figli come in Italia ci siamo “due pesi e due misure nel gestire situazioni delicate come questa” e come questi “attacchi indiscriminati” siano il frutto di un ennesimo tentativo di far cadere il governo servendosi di falsità. Parla la Carfagna, che ad un intervista al Tg7 alla domanda su quale sia la sua reazione per le nuove indiscrezioni su Berlusconi risponde che la vera indignazione la si deve avere per questa magistratura che con “continui attacchi pretestuosi” cerca di mettere nei guai il Presidente. Ci si chiede, quindi, come possa essere questa la risposta di un Ministro delle Pari opportunità che ha più volte annunciato battaglia contro questo “storpiamento” dell’immagine della donna, ritenendo anche incomprensibile il modo in cui le donne si lascino a volte trattare. Ma poi ritorna subito in mente che lo stesso Ministro, non più di qualche anno fa, posava seminuda negli scatti di diversi calendari e ballava in programmi in diretta tv con le cosce al vento. Alla luce di quest’ultimo risulta più coerente la risposta al giornalista di Tg7 che le prese di posizione sostenute sempre dalla stessa in questi anni di governo a sostegno della dignità della donna. Detto questo, ciò che salta subito all’evidenza è però il costante legame tra i ‘lavoretti’ nelle tv di Berlusconi, ma anche in quelle pubbliche, e i giri di prostituzione appena scoperti. Ci si chiede quindi se questa regola valga per tutte o abbia qualche eccezione, e, se la regola non dovesse avere eccezioni si rimane in attesa di qualche nome noto da aggiungere alla lista delle quattordici. Accanita la Santanchè che accusa i giornalisti di violenza contro le donne e di calpestare la dignità delle abitanti dello stabile di Milano 2 facendole passare per delle poche di buono e marchiandole come prostitute. Accusa inoltre di essere questo tipo di informazione, unitamente ai magistrati politicizzati, a mettere in cattiva luce e mortificare e deridere l’Italia all’estero. Completa fiducia al Presidente quindi quando, solo qualche anno fa, consigliava da leader dell’opposizione di non dare il voto a Berlusconi perchè l’immagine che lui ha delle donne è “in orizzontale e non in verticale”.

Molti, sempre alla luce delle intercettazioni, nelle quali Ruby sosteneva di aver chiesto 5 milioni a Berlusconi per non far scoppiare il caso, si pongono il problema della ricattabilità delle istituzioni, legate in questa fitta serie di intrecci, adesso anche con i giri di prostituzione, sui quali già due anni fa era emersa l’illegalità del caso Tarantini. E ci si chiede fino a che punto la massima carica del governo si sia resa ricattabile e sia stata ricattata.

Altri si pongono il problema dell’immagine dell’Italia all’estero, della perdita di credibilità, se ancora questo fosse possibile, e delle ripercussioni economiche sui nostri mercati. The Economist sul “Rubygate” che sta insanguinando la vita politica, e non solo, del premier italiano Silvio Berlusconi ci va giù pesante e dopo aver ricordato che Berlusconi è “sopravvissuto per miracolo” al voto di sfiducia del Parlamento il mese scorso “corteggiando alcuni deputati dell’opposizione”, dichiara che “gli eventi di questa settimana fanno dubitare che ci riesca un’altra volta”. E poi ancora: “La concretezza delle accuse si rivelerà con il tempo. Ma quanto si sa al momento sarebbe sufficiente per costringerlo a dimettersi in molti altri Paesi democratici”. Attacchi anche da Liberacion che fa una panoramica completa di tre pagine sulle disgrazie del Premier italiano partendo dal caso D’Addario e dalle denuncie dell’ex moglie Veronica Lario (“Non posso restare con un uomo che frequenta minorenni”), passando dalla prima apparizione di Ruby spacciata per la nipote di Moubarak e senza risparmiare l’annosa querelle con l’ex compagno di merende Gianfranco Fini. Ancora, secondo il New York Times la “moretta mozzafiato (Ruby) rappresenta solo una goccia nell’oceano” e “in Italia, dove una facciata di moralità cattolica maschera un’alta tolleranza per condotte illecite, Mr Berlusconi ha resistito agli scandali per anni. Ma questa volta le cose potrebbero andare diversamente, visto che si trova di fronte a possibili imputazioni penali e ad intercettazioni che lo dipingono in un sordido mondo di orge e ricatti di prostitute”. Rachael Donadio, la giornalista dell’IHT, sottolinea come le intercettazioni rivelino “le intersezioni della politica con un sorta di cultura real-televisiva che Mr Berlsuconi ha creato negli ultimi decenni in veste di maggiore proprietario di emittenti Tv”. E poi El Mundo, secondo quotidiano nazionale spagnolo, intitola a caratteri cubitali: “La decadenza dell’era Berlusconi. Ma il Premier si rifiuta di dimettersi nonostante i pubblici ministeri lo accusano di prostituzione minorile”. A colpire la giornalista iberica Irene Velasco, alcune intercettazioni secondo le quali alle feste arcoriane “c’erano diversi tipi di ragazze, tra cui una sudamericana che non parlava italiano e veniva da una favelas”.

Da notare come, per ironia della sorte, siano proprio le insidiose intercettazioni, combattute con rigore da Berlusconi, dal suo governo, dai suoi parlamentari e dai suoi portavoce e avvocati quali strumento di spionaggio della vita quotidiana privata dei cittadini, a togliere i veli che giacevano sul caso a risonanza penale.

Reagisce l’opposizione che condanna e chiede le dimissioni. “Il loro silenzio e’ indegno perche’ concedono tutto al loro dante causa, l’importante e’ conservare poltrone e potere”. E’ quanto afferma in una nota il portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando, che aggiunge: ”Ci chiediamo fino a che punto siano disposti a barattare valori e principi, in nome della vergognosa difesa di un’immorale condotta di Berlusconi che ci sta facendo vergognare in Italia e di fronte a tutta la comunità internazionale? Chi tace acconsente”.

Interviene anche la Chiesa che con il mons. Gianfranco Girotti afferma: «Se dovesse corrispondere alla verità, la Chiesa certamente non può che prendere le distanze perchè tutti stiamo in un grande imbarazzo». Dice poi Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita: «Non posso non restare allibito e perplesso di fronte ad accuse così gravi e ad atteggiamenti e stili di vita tanto discutibili, dove valori come la moralità, l’etica, il rispetto della persona, a partire dalla donna e la difesa dei minori, vengono ridotti ai minimi termini»,. «Per questo, accanto all’esigenza di fare chiarezza subito nelle sedi giudiziarie più opportune, mi auguro che davanti a una vicenda così scioccante il Paese trovi la forza di reagire per ridare il giusto peso all’educazione, alla morale e all’etica». Lo stesso però ritiene indispensabile aggiungere che non bisogna dimenticare che «violare la privacy delle persone è un danno che a volte va a colpire innocenti che nulla hanno a che vedere con le vicende incriminate. Purtroppo anche questo è un male che sta emergendo con troppa violenza anche di fronte ai casi di questi giorni, e occorre arginarlo al pari della difesa della morale e dell’etica».

L’uso degradante del corpo femminile si sta caratterizzando come uno degli elementi chiave attraverso cui interpretare il ventennio berlusconiano. Già a partire dal 1980 Berlusconi emerge come pascià dei media, introducendo nella quotidianità degli italiani una dieta basata su soap opere americane, calcio, sesso. Il modello, inserito in un contesto televisivo caratterizzato fino a quel momento da austerità, ebbe un immediato successo, stravolgendo di fatto quelli che erano i parametri culturali e televisivi vigenti e ingenerando delle trasformazioni che poi si sono ripercosse a cascata anche sulla TV pubblica. Tale strapotere mediatico, di fatto favorito nel corso degli anni dal legislatore, che si è posto in contrasto con una serie di interventi della Corte Costituzionale, ha portato con sé anche le fortune politiche dell’attuale premier, che ha avuto modo di plasmare il proprio elettorato ben prima di farsi eleggere.

Il modello televisivo berlusconiano si caratterizza per un uso massiccio delle veline, offerte come pasto quotidiano ad ogni ora e in ogni contesto. Si crea un mondo autoreferenziale, in cui non c’è spazio per informazione ed approfondimenti, un mondo quindi avulso da quella che è la realtà dei fatti quotidiana in cui vivono i cittadini, creando assuefazione verso il degrado e disinteresse verso le questioni di pubblica pertinenza, alla stregua di un nuovo oppio del ‘popolo’.

Il lavoro della velina, pur degradante, resta di fatto un’opzione ambita da una fetta importante di giovani, che attraverso di esso possono coltivare la loro aspirazione alla fama e ai soldi, in un contesto in cui invece il mondo del lavoro spesso ormai non offre più ai giovani alcuna prospettiva di crescita professionale, di soddisfazione economica, né di mera stabilità come prerequisito per pensare al proprio futuro. Recentemente poi la velina è stata trasformata anche in attore politico, di fatto un attore politico totalmente controllabile e manovrabile, nuovamente in un contesto che risulta invece totalmente sfavorevole ai giovani, in cui vige un’assoluta gerontocrazia.

Le attuali vicende attorno al caso Ruby, non fanno che indicare in maniera drammatica come è stato interiorizzato a livello di società un certo modello culturale, arrivando addirittura alla relativizzazione e ai tentativi di contestualizzazione di quello che si presenta a tutti gli effetti come un reato. Tale fatto, ultimo di una catena di comportamenti e dichiarazioni che hanno visto protagoniste il premier, avrebbe dovuto produrre, soprattutto tra le donne presenti nelle istituzioni, un’ondata di indignazione, mentre invece non si è registrata una forte presa di posizione pubblica contro tale modello comportamentale. Patetiche poi sono risultate le difese d’ufficio anche da parte di rappresentanti femminili del Pdl, portate in pasto giornalmente agli italiani. Occorre invece trasmettere pubblicamente una forte opposizione e indignazione rispetto ad un modello che prevede la mera mercificazione della donna, modello che si presenta nelle case degli italiani come la normalità dei fatti. Questi fatti hanno conseguito il risultato che una consistente parte della popolazione italiana, giovani di entrambi i sessi, ma anche famiglie intere, padri e madri compresi, sia convinta della validità di questo modello di vita che promette di ottenere facilmente soldi, esposizione mediatica e addirittura carriere politiche. Corpi di povere ragazze, vistosamente agghindate con abiti succinti firmati, che provengono da famiglie povere sono la facile esca esposta al pubblico appetito, quale fine faranno non è difficile immaginare. Abbiamo il dovere come donne di riflettere su questo modello di vita e evidenziarne tutti i limiti. L’amore, gli affetti, la soddisfazione professionale per aver svolto bene e con impegno il proprio lavoro, l’elevazione culturale, la maturazione dei giovani, il lento ma gratificante crescere delle personalità, tutto è escluso da questo modello di comportamento che Berlusconi e le sue TV hanno imposto nelle nostre case in questi anni. Sappiamo che altri sono invece i valori che danno soddisfazione alla vita delle persone, l’Italia ha bisogno di rigenerarsi da questo schifo, la maggioranza degli italiani e delle italiane lo sa e lo vuole. Non lanceremo la nostra economia nei suoi diversi ambiti, non difenderemo il nostro patrimonio artistico e culturale, non sosterremo la nostra scuola e la nostra università, non daremo una minima speranza di futuro ai giovani e alle giovani, non difenderemo la nostra dignità, se non facciamo cessare questa presidenza del consiglio e la sua corte, che noi manteniamo con le nostre tasse, mentre sta affossando il nostro paese e il nostro futuro.

Denunciamo con fermezza la situazione in cui si trova la popolazione femminile in Italia, la quale oltre a subire il danno di una mancanza di reali pari opportunità di accesso a ruoli di responsabilità nelle istituzioni e negli ambienti di lavoro, subisce la beffa di dover convivere con un modello culturale in cui la principale funzione della donna risulta essere legata alla soddisfazione (sessuale e non) dell’universo maschile.

Ribadiamo la necessità politica che il premier dia le dimissioni in seguito alle gravi accuse, come del resto è d’uso in tali casi nelle democrazie evolute. I fatti mostrano chiaramente un premier inadeguato rispetto all’importante ruolo pubblico che ricopre, essendo egli ricattabile da tutta una serie di persone a causa delle sue abitudini, nonché essendo l’immagine che egli dà di sé incoerente con la serietà e la serenità che la carica impone. Notiamo peraltro che i comportamenti del premier risultano lesivi alla reputazione del paese all’estero e pongono problemi legati alla sicurezza dello stato (vedasi incontri a Palazzo Grazioli).

Ribadiamo che la magistratura debba poter svolgere la sua funzione in maniera serena, senza costanti pressioni da parte della politica e dei media berlusconiani. Condanniamo pertanto la pressione mediatica attorno al caso, il cui intento non è quello di garantire una reale informazione ai cittadini, bensì unicamente quello di garantire la difesa dell’imputato fuori dalle aule dei tribunali (vedasi gli interventi di Berlusconi ai telegiornali e non solo), fatto che danneggia il cittadino, disinformandolo.

Sottolineamo che la funzione della politica è analizzare e cercare soluzioni ai problemi generali del paese, proporre modelli per la gestione della cosa pubblica, non già piegarsi alle esigenze di un singolo individuo. Il metodo personalistico di gestione della politica non fa che portare questo governo a mettere al secondo piano tematiche importantissime come l’economia, il lavoro, i giovani.

Facciamo inoltre notare l’incoerenza tra i comportamenti privati di Berlusconi e la loro relativa difesa pubblica da parte di esponenti del Pdl e della Lega con la professata vicinanza di tali partiti alle istanze cattoliche (vedasi family day, discussioni su fine vita).

Il nostro obiettivo non può che essere quello di scuotere le coscienze delle donne e degli uomini rispetto a tali gravi fatti, al fine di mettere in discussione un modello sociale e culturale sfavorevole sì alle donne, ma anche di ostacolo ad una crescita sana della società nel suo complesso. Giulia Buongiorno, Presidente della Commissione giustizia alla Camera, ha invitato le donne italiane a non votare più Berlusconi, noi siamo certe che anche gli uomini italiani, padri, mariti, fratelli non devono più votare Berlusconi.
Coordinamento regionale donne IDV
Paola Schiratti, Laura Benedetti, Petra Segina