E’ strana la risposta dell’assessore Virgili alla questione delle telecamere nelle scuole, come avviene in molte occasioni l’operato della destra risulta spesso sprovveduto, poi anziché entrare nel merito dei problemi per trovare soluzioni adeguate si attacca chi solleva dubbi e preoccupazioni. I dati riportati sul Messaggero di martedì 19 c.m. in seguito ad una mia intervista riguardano: i costi di istallazione e di gestione delle telecamere nelle scuole, il fatto che non siano stati indicati con precisione le spese di gestione e gli enti o le istituzioni che dovranno sostenerle, il fatto che gli Istituti dove queste devono essere installate tranne due casi, il Conservatorio di musica e Liceo classico Stellini di Udine, siano stati decisi dagli Uffici provinciali, il fatto che le telecamere saranno istallate anche all’interno delle scuole e attivate 24 ore su 24 come risulta dichiarato sul Messaggero del 31.10.2008. Quali problemi di natura legale comporta istallare sistemi di videosorveglianza 24 ore su 24 anche all’interno degli Istituti scolastici? Possono essere videosorvegliati mentre vivono la loro giornata scolastica studenti minorenni e maggiorenni, genitori che vengono nelle scuole a colloqui con i docenti, personale insegnante e ATA mentre svolge la propria attività lavorativa? Lo permette la legge? Gli assessori competenti hanno preso in considerazione norme, quali la legge 300 del 1970 e il Testo approvato dal garante sulla privacy? Quest’ultimo riporta un comma specifico sulle scuole dove si dice “L’eventuale installazione di sistemi di videosorveglianza presso istituti scolastici deve garantire “il diritto dello studente alla riservatezza” (art. 2, comma 2, d.P.R. n. 249/1998) e tenere conto della delicatezza dell’eventuale trattamento di dati relativi a minori. A tal fine, se può risultare ammissibile il loro utilizzo in casi di stretta indispensabilità (ad esempio, a causa del protrarsi di atti vandalici), gli stessi devono essere circoscritti alle sole aree interessate ed attivati negli orari di chiusura degli istituti, regolando rigorosamente l’eventuale accesso ai dati”. Rischiamo di spendere molto denaro pubblico e non poter attivare il sistema, le cui spese e responsabilità di gestione tra l’altro non sono indicate. Ma, trattandosi di ambienti dove si educano giovani, fondamentalmente deve essere valutato il merito della scelta, quando succedono atti vandalici questi devono essere affrontati subito e molto seriamente come problemi educativi all’interno delle nostre scuole. Chi, singolo studente o gruppo, ha commesso un danno deve essere individuato e indotto a correggerlo o pagarlo, negli Istituti in cui questo è avvenuto danni non ce ne sono stati più, così vanno affrontati i casi. Famiglie, personale docente e ATA, dirigenti scolastici tutti devono essere coinvolti in quest’azione che deve mirare a diffondere il valore del bene pubblico, di ciò che la comunità con il concorso economico di tutti mette a disposizione di ognuno di noi, questo è ciò che serve ai giovani oggi, perché lo scopo deve essere diffondere la cultura della responsabilità e del rispetto. Al centro studi di Udine, da quando il Comune ha abbellito le aiuole spartitraffico con istallazioni di piante, malgrado passino ogni giorno migliaia di ragazzi non un fiore viene strappato non un’aiuola calpestata, ecco un esempio virtuoso di rispetto spontaneo di qualcosa di bello che un ente pubblico ha fatto per i giovani cittadini. Ma una seconda valutazione va effettuata, è doveroso chiedersi , in un momento di crisi economica quale stiamo vivendo e di tagli di fondi alle scuole e alle Università, se sia il caso di utilizzare soldi pubblici per questi motivi o non sia necessario piuttosto dirottarli e intervenire per finanziare le dotazioni e gli strumenti necessari al miglioramento dell’offerta didattica, quali i materiali didattici, le attrezzature dei laboratori o sostenere economicamente le famiglie che ne hanno bisogno . Va ricordato ai cittadini che la maggioranza al governo della Provincia di Udine ha bocciato nell’ ultimo consiglio la proposta di IDV sostenuta dall’intera minoranza di mantenere attiva la Fiera Innovaction, importante vetrina anche per la nostra Università, giustificando il voto contrario con problemi economici.