La brutta legge 40 del 2004 sulla fecondazione assistita non ha suscitato grandi dibattiti e accese prese di posizione nel paese. Non ne hanno discusso a sufficienza la politica, la comunità scientifica e culturale con la società civile. Se penso al clima che si era creato attorno alle leggi su divorzio e aborto negli anni ’70, c’è da intristire. Tre coppie in Italia hanno avuto la determinazione di denunciare le discriminazioni che la legge infligge alle persone sterili impossibilitate a diventare genitori.  E hanno avuto ragione. Questo clima di sfiducia e di disinteresse per questioni che toccano la vita delle persone di un paese intero, questa mancanza di volontà di confrontarsi  anche con i cattolici favorevoli alle limitazioni poste da questa legge è un segno evidente della crisi che ci attanaglia, manca un sentimento comune, la consapevolezza che i grandi problemi non si risolvono individualmente, ma con prese di coscienza della intera comunità.  In questi  10 anni 2000 coppie italiane ogni anno si sono recate all’estero per  risolvere il loro problema e hanno potuto farlo esclusivamente coloro che possono spendere fino a 10.000 euro nei tentativi che non sempre riescono. Non è la prima volta che la Corte costituzionale cancella norme discriminatorie, come questa, in quanto incostituzionali.  Da oggi in Italia, come in tutti gli altri paesi europei, cade il divieto di ricorrere a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità assoluta.  La Corte ha cancellato le sanzioni, da 300.000 a 600.000 euro, che erano previste in caso di violazione della legge.  La ministra Lorenzin frena e parla di vuoto legislativo, ma è pretestuosa , il giurista G.Pellegrino afferma che” la decisione non crea alcun vuoto, altrimenti  la Corte non avrebbe potuto far cadere il divieto” e i legali Baldini e Gallo “ la sentenza ha valore di legge e non è oppugnabile”.  Quindi un punto di non ritorno. Soddisfatti i medici laici, Veronesi sottolinea che “ la magistratura dimostra più libertà di pensiero del parlamento”,  per Antinori è “il trionfo della Costituzione contro una legge barbara”.