Ecco i dati elaborati e commentati da “Buja bene comune” sui finanziamenti all’istruzione delle giunte Tondo e Serracchiani
Se si guarda con attenzione il bilancio dell’anno scorso (2013 targato Tondo) e quello di quest’anno (2014 giunta Serracchiani) si possono mettere a confronto le risorse stanziate per una serie di voci che finanziano sia le scuole statali che le scuole paritarie, e precisamente:
1)Libri di testo in comodato gratuito (2013: 2,2 mln €, 2014: 2,2 mln €);
2)Contributi per trasporto scolastico e acquisto libri di testo (2013: 0 mln €, 2014: 1 mln €);
3)Contributi ai comuni e ad altri enti e consorzi per il finanziamento delle scuole materne (2013: 2,5 mln €, 2014: 2,5 mln €);
4)Fondo abbattimento rette (a favore delle famiglie) per servizi della prima infanzia (2013: 4 mln €, 2014: 4 mln €);
5)Fondo abbattimento rette (a favore degli enti gestori) per servizi della prima infanzia (2013: 0 mln €, 2014: 1 mln €);
Inoltre, il capitolo relativo al potenziamento dell’offerta formativa è attualmente a zero, così come lo era in sede di bilancio previsionale nel 2013. Tuttavia in assestamento di bilancio verranno stanziati circa 3 mln €.
Quest’anno, a differenza dello scorso (probabilmente perché lo scorso non c’era necessità) la Regione nel suo bilancio previsionale per il 2014 ha previsto ben 8,5 mln € per anticipazioni di contributi statali agli istituti paritari.
L’unica voce, davvero l’unica, per la quale, ad ora, non sono previsti fondi (forse lo saranno in assestamento), e che ha provocato tutta la strumentale protesta del centrodestra, è quella relativa agli assegni di studio per le scuole paritarie. Lo stanziamento lo scorso anno era stato pari a 600.000 €. Tuttavia in consiglio regionale, collegato alla legge finanziaria è stato approvato un ordine del giorno che impegna a riordinare le norme in materia e a trovare le adeguate risorse da stanziare con l’assestamento di bilancio.
In conclusione, non si può certo affermare che le scuole paritarie siano state penalizzate (su alcuni capitoli è vero il contrario – vedi punti 2 e 5), se si escludono ad ora i 600.000 € per gli assegni di studio.