La Giunta Tondo sbandiera come un importante successo la riforma delle Ater in FVG, da cinque a una, con la riduzione dei Cda e dei Consiglieri da 25 a 10: risparmio previsto 1 milione di euro l’anno. Sono cifre importanti, ma questa fusione lascia aperti molti problemi. Quanto verrà a costare in spese notarili e in tasse trasferire gli immobili? Perché la politica non indica il conto economico di questa operazione? Perché nessuno accenna alla configurazione normativa del nuovo ente? L’anello più debole delle Ater era e resta l’utenza.  Coloro che ottengono la casa, ma soprattutto quelli che non l’avranno mai, le famiglie inserite da anni nelle liste d’attesa. La politica non dice che affronterà i nodi delle famiglie assegnatarie che possono trasmettere la casa alle generazioni successive, dei coniugi separati, di coloro che si iscrivono in un nucleo familiare che hanno diritto ad avere la casa, a scapito di coloro che aspettano da anni. Sono questioni significative se si vuole distribuire tra il maggior numero di famiglie, che hanno necessità, un diritto primario come la casa. Ma la scelta peggiore e gravida di conseguenze compiuta dalla Giunta Tondo è stata la vendita delle case Ater agli inquilini e, ancor peggio, a non  inquilini. I pezzi migliori sono andati a ruba, svenduti, il patrimonio è morto. Gli inquilini hanno sottoscritto mutui ventennali. Alcuni hanno avuto l’opportunità di acquistare la casa a quattro soldi, altri invece si sono stretti il nodo al collo. Le Ater si sono trovate a gestire centinaia di condomini dove spesso i nuovi proprietari non riescono ad affrontare le spese e pagare le tasse e non hanno attivato altre vie che ricomprare la casa venduta uno o due anni addietro. Questa é l’efficienza imprenditoriale della Regione, questa la politica dei servizi primari! Con l’aggravante di aver accentuata la disparità di trattamento, è stata alimentata una guerra in cui tutti perdono, invece è necessario affrontare le questioni nel loro complesso, smettendola di proporre soluzioni senza aver pensato a quel che si va ad approvare. E’ facile affermare che 30.000 case popolari sono gestibili con efficacia ed efficienza, ma bisogna sapere che il problema maggiore delle Ater è quello di gestire le famiglie che abitano quelle case.

Paola Schiratti

Coordinatrice regionale donne Idv