Oggi soffia il vento contro la casta dei politici, tutti compresi, si sa. I partiti hanno commesso errori fondamentali, non hanno sempre scelto e sostenuto persone di valore,  preparate e capaci. Il degrado è evidente, siedono nei Consigli regionali e in Parlamento uomini e anche donne di cui ci si vergogna, indagati, condannati. Questi stessi deputati e consiglieri approvano le leggi che stabiliscono i loro compensi. Sono cifre altissime, che é urgente ridurre in proporzione all’impegno e alle responsabilità assunte e rapportate ai compensi dei sindaci, dei presidenti di provincia, ai responsabili di gestione di enti pubblici e privati. I compensi devono essere adeguati, solo così una persona dà il meglio di sé, cercherà di emergere chi ha una mission, non chi  cerca una ‘sistemazione’. La stessa revisione deve essere effettuata per i contributi assegnati ai gruppi. Vanno quindi stabiliti controlli esterni, cui è sottoposto ogni bilancio pubblico, ridotti i compensi, eliminati i rimborsi forfettari. Abbiamo visto che cambiare persone non basta se non si cambia il sistema, ne è un esempio la Lega, che ha proposto persone nuove, ma nulla è cambiato; lo stesso rischio corre Grillo che si limita a proporre candidati, di cui non si accerta la preparazione politica e amministrativa, da inserire nel vecchio meccanismo. Dalla mia esperienza ritengo che i rappresentanti di Province e Comuni  non siano casta. L’ammontare dei compensi del Presidente Fontanini e degli Assessori provinciali (4.500 e 3000 circa euro di compensi lordi al mese) non sono alti, i 1010 euro lordi al mese che percepiscono i consiglieri non ripagano assolutamente del tempo  impiegato per partecipare ai consigli, alle commissioni, al lavoro preparatorio di studio dei documenti, nei comuni i consiglieri fanno volontariato. Questa non è casta per i compensi percepiti.  Piuttosto a questo livello l’impegno, la visione strategica, la capacità di innovare, le competenze fanno la differenza. Senza politica non si fanno strade, scuole, ospedali, welfare, sanità, non si rilanciano territori, non si creano infrastrutture e viabilità. Senza democrazia e partecipazione popolare la classe politica al potere non si cambia, oggi nella palude del malcostume dobbiamo individuare le persone capaci di salvare la nostra democrazia malata e le forze politiche che si impegnano per moralizzare il paese, per realizzare il buon governo, come abbiamo saputo fare con la Resistenza, nel dopoguerra, nel post-terremoto. Idv, con Di Pietro, si impegna con la richiesta di chiusura delle Province, di tante società partecipate, dell’abolizione dei finanziamenti ai partiti, di riduzione dei compensi e dei numeri di consiglieri regionali e parlamentari, con l’impegno a non candidare condannati anche di primo grado e il lavoro nelle istituzioni.  Io ritengo che sia fondamentale anche la partecipazione alla vita politica di donne di qualità con le loro  doti peculiari di concretezza, impegno, serietà. Invito tutti i partiti a promuovere questo nuovo corso.

 

 

Paola Schiratti

Coordinatrice regionale donne IDV